La casa paga il conto del Coronavirus: Con le agenzie chiuse per decreto è stop a molte compravendite
La serrata imposta dall’epidemia si fa sentire su un settore da cui dipendono un quinto del Pil e mezzo milione di addetti. I punti di sofferenza più acuta per ora sono le compravendite, i mutui, gli affitti brevi, le locazioni dei negozi e i cantieri. In questi giorni — scrive Il Sole 24 Ore — le agenzie immobiliari sono chiuse per decreto (il Dpcm 11 marzo), le visite e i sopralluoghi annullati. «I periti si muovono seguendo rigidi protocolli e solo se l’istruttoria viene dichiarata indifferibile dalle banche», fa sapere Daniela Percoco di Crif real estate services. Gli istituti di credito a loro volta non sono aperti al pubblico e smaltiscono solo le pratiche urgenti. I notai, per legge, sono operativi, ma le segreterie dei Registri immobiliari lavorano a singhiozzo. Carlo Giordano, Ad del portale Immobiliare.it, conferma lo stallo: «Dopo lo shock iniziale, il traffico sul nostro sito è risalito. Oggi siamo tra il 15 e il 17% sotto i livelli ordinari, ma c’è un collasso nei contatti, con telefonate ed email dimezzate. Inoltre, non vengono caricati nuovi annunci di case in vendita». Sono saltate anche molte trattative ben avviate. Tecnocasa stima fossero circa 50mila quelle in corso prima del lockdown. Alcune con il mutuo già “prenotato”. «C’è chi interrompe la stipula perché rinuncia – afferma Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline -, chi non vuole più vendere e chi non garantisce più le condizioni di solvibilità iniziali». Lo smart working e internet permettono agli agenti di portare avanti le attività ordinarie e qualche visita virtuale. Ma l’effetto è marginale. «Molte attività da remoto non sono fattibili – afferma Gian Battista Baccarini, presidente di Fiaip – e per tante agenzie la maggior parte dei ricavi arrivavano dalle locazioni brevi. Gli incarichi di vendita acquisiti, invece, sono di fatto sospesi».
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